< 25 Maggio

I protagonisti del film Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires (2011), diretto da Gustavo Taretto, sono Martin, un web designer fobico che prova ad uscire dall’isolamento del suo monolocale, e Mariana, che vive nell’edificio di fronte a quello di Martin. La proiezione è inserita all’interno della rassegna La finestra sullo schermo.

Un fotogramma del film Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires.

Il film Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires (2011), diretto da Gustavo Taretto, parte da una domanda: come possono due persone vivere in case adiacenti eppure non accorgersi minimamente della presenza l’uno dell’altra?

La voce fuori campo di Martin e di Mariana serve a presentare, in modo schietto, le manie e le depressioni di cui sono affetti i due protagonisti. Entrambi accomunati da mille fobie, che spesso rasentano il ridicolo e provocano una risata di compassione nello spettatore.
Martin è un web designer. Internet gli ha cambiato la vita, nel senso che gliel’ha tolta completamente, poiché il ragazzo resta davanti al computer 24 ore al giorno: crea i suoi siti, gioca ai videogames, ordina il cibo, fa sesso virtualmente, compra oggetti per la casa. Esce di rado, ma scoppia dal desiderio di vivere davvero. Peccato che, ogni volta che ci prova, finisca per tornare indietro e rinchiudersi nel suo claustrofobico monolocale. Mariana è un architetto. Potenzialmente, perché non hai mai veramente progettato neanche un bagno. Si guadagna da vivere allestendo vetrine, finendo per sentirsi fredda e vuota come i manichini che veste.
Continuamente paragonata alla cultura dell’inquilino, che a Buenos Aires va per la maggiore, la vita di Martin e Mariana è totalmente vittima di un mondo dove ogni individuo è sempre connesso e, paradossalmente, sempre solo. I loro appartamenti, chiamati “scatole da scarpe”, riflettono la prigionia fisica e mentale con cui ogni giorno devono fare i conti e che porta entrambi ad imboccare strade sbagliate, dalle quali finiscono per ritrovarsi sempre al punto di partenza.
I due si ritrovano a pensare che una finestra (abusiva) sulla parete dell’edificio chiamata medianeras possa donare loro quel raggio di luce di cui hanno tremendamente bisogno.

La proiezione si inserisce nella rassegna “La finestra sullo schermo” a cura di Davide Rapp, proposta per riflettere sul tema dell’abitare indagato da dietro la cinepresa. Ecco gli altri film inclusi nella rassegna, che saranno proiettati nella TV Room dello Spazio Q35:

  • High-Rise (2015), di Ben Wheatley. Proiezione: giovedì 25 maggio ore 13.00
  • La finestra sul cortile (1954), di Alfred Hitchcock. Proiezione: giovedì 25 maggio ore 21.00
  • Playtime (1967), di Jacques Tati. Proiezione: venerdì 26 maggio ore 13.00
  • Dogville (2003), di Lars Von Trier. Proiezione: venerdì 26 maggio ore 21.00
  • Synecdoche, New York (2008), di Charlie Kaufman: sabato 27 maggio ore 13.00