Se la città di oggi mostra una preoccupante accelerazione dei processi di privatizzazione dello spazio urbano, essa è anche teatro di diverse forme di riappropriazione di edifici, strade e piazze. Ne discutono la critica della città Cristina Bianchetti e gli architetti Matilde Cassani e Stefano Ragazzo di Orizzontale.
Se la città del XXI secolo mostra una preoccupante accelerazione dei processi di privatizzazione dello spazio urbano, essa è anche il luogo in cui prendono forma molteplici dinamiche di riappropriazione dei suoi edifici, strade e piazze. Non è solo in casa che l’uomo abita, e non è nemmeno detto che sia necessaria la mediazione di un artefatto edilizio affinché sia possibile abitare e conquistare una dimensione intima e domestica. Abitiamo i marciapiedi, i parchi, gli slarghi, i delaissé, gli spazi in cui decidiamo di sostare per un tempo più o meno prolungato, così come quelli che semplicemente attraversiamo. Cristina Bianchetti, docente e critica della città, parlerà di questo tipo di spazi, spazi della condivisione, dello stare entre nous, dell’abitare felice nella dispersione, delle passioni gioiose e di quelle tristi, “spazi che contano” per disvelare le ambiguità del vivere assieme. Matilde Cassani, architetto e ricercatrice, parlerà dei rituali e dei luoghi di culto contemporanei, “spazi sacri in edifici profani” spesso ricavati in angoli residuali della città, e delle due installazioni nell’ambiente urbano derivate da queste riflessioni. Stefano Ragazzo racconterà processi collaborativi di riattivazione degli scarti urbani condotti dal collettivo romano Orizzontale per mezzo di interventi semi-temporanei ed architetture minime volte a restituire senso agli spazi e alle azioni dell’abitare in città.
Moderano Nina Bassoli e Davide Tommaso Ferrando.
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