Così come un abito, anche un’abitazione trova la propria forma solo quando è “indossata” e trasformata dalle attività di chi la occupa, diventandone a sua volta lo specchio. Gli architetti Stefano Pujatti (ElasticoSPA) e Xavier Vendrell (Rural Studio), insieme ai curatori Mariabruna Fabrizi e Fosco Lucarelli (Socks), discutono del rapporto intimo tra casa e abitante.
Così come un abito – l’etimologia è ovviamente la stessa -, anche un’abitazione trova la propria forma solo quando è “indossata” e trasformata dalle attività di chi la occupa, instaurando un rapporto di doppio rispecchiamento tra la dimensione soggettiva dell’abitante e la dimensione oggettiva dello spazio abitato. La casa e l’abitante, dunque, finiscono per somigliarsi, ma in che misura tale reciprocità rappresenta un confortevole nido, e da che momento inizia a configurarsi come una gabbia per la psiche? E ancora, quali rapporti emergono tra gli abitanti/clienti e gli spazi abitati, una volta che l’architetto esce di scena? Si può davvero dire “ultimata”, una casa, nel momento in cui è consegnata al suo futuro inquilino? Stefano Pujatti, progettista friulano trapiantato nella campagna piemontese, racconta di diverse esperienze di mediazione tra le richieste dei clienti e le visionarie proiezioni dell’architetto. Xavier Vendrell, professore residente del Rural Studio, nel mezzo della campagna depressa dell’Alabama, racconta il lavoro condotto con gli studenti dell’Università di Auburn con le comunità locali per la realizzazione di case da 20.000 dollari. Gli architetti e curatori Mariabruna Fabrizi e Fosco Lucarelli (Socks), discutono del rapporto intimo che si stabilisce tra casa e abitante, arricchendo l’immaginario legato allo spazio domestico con racconti e riferimenti.
Moderano Nina Bassoli e Davide Tommaso Ferrando.
Vai all’incontro Dopo il casermone di venerdì 26 maggio
Vai all’incontro La città come casa di sabato 27 maggio